Roberto Conte, «costruttore di natura»: così si descrive uno dei più significativi artisti del panorama della Land Art italiana le cui opere sono stabilmente presenti in Arte Sella, la più nota e importante manifestazione di Land Art in Italia. Ha raccolto e utilizzato in grandi quantità i rami del ciliegio selvatico americano che erano disponibili sul posto, costruendo fascine alte e imponenti che si ergono da terra e che si muovono, in un lento procedere, fino a stendersi e svettare in una verticalità ascendente. Il nome del suo lavoro artistico, «Sal8», vuole richiamare il con¬cetto di «salire» o «risalire» da una posizione distesa, ma vuole anche essere una quinta per un «salotto» buono, una scenografia di uno spazio d’arte, una radura dove sostare, incontrare, conver¬sare e forse anche meditare sulla natura.
Marisa Bidese e Gianni Pasotti hanno realizzato alla Cascina Camisani due opere di Land Art. Marisa ha fatto una decina di cesti con rami recuperati dalle alzaie vicine, foderati con le loro grandi foglie e poi riempiti con la lolla, la scorza protettiva del riso. Gianni con la «La cultura del riso» ha composto una sequenza di cinque alberelli raccolti nel boschetto vicino e innestati nel terreno che trapassano a metà altezza dei libri le cui pagine, bianchissime, sono riscritte con delle spruzzate di lolla di riso, come fossero delle nuove righe e delle nuove storie da leggere. Infine, anche la «giovane promessa» Sofia Rossetti ha costruito un enorme cucchiaio di paglia e rami per raccogliere una grande quantità di riso.
Flavio Da Rold e Giorgio Vazza, entrambi di Belluno, hanno una lunga storia di arte e scultura alle spalle. Sono stati curatori della manifestazione artistica «Portici inattuali» che per 13 anni ha riempito di opere, installazioni e performance il paese di Sitran d’Alpago in provincia di Belluno, il paese della «bicicletta sull’albero». hanno realizzato nella bella cornice dei prati della Cascina Zipo l’installazione site-specific «Il Cibo dell’anima» che evoca un rapporto metafisico tra il cibo e lo spirito della terra. Tra l’uomo e il divino. Una spirale di 21 elementi naturali realizzata con fascine di rami e foglie raccolte da Flavio e Giorgio nei terreni limitrofi e che si ergono dal terreno e si alzano fino a sostenere un piatto di ceramica. All’interno dei piatti, diversi l’un l’altro, si trovano, annegate in una soluzione trasparente e protettiva, delle brevi poesie di Pier Paolo Pasolini.
La Cascina Guzzafame è stato il luogo dove l’artista padovano Emmanuele Panzarini ha sviluppato il suo originale lavoro creativo chiamato: «Life Choices». Il giovane Emmanuele, seguendo il concetto più puro di Land Art, ha inciso il suo messaggio nel terreno e nel paesaggio della cascina, trasformandolo in qualcosa di diverso e nuovo. Ha fatto tre solchi profondi nel prato davanti all’aia in modo che ogni stradina, se percorsa dall’uomo, scenda verso il basso, entrando propriamente nella terra e nell’opera d’arte stessa. Dopo alcuni metri di percorso si giunge alla massima profondità e da qui si aprono due sentieri. Occorre affrontare il bivio, scegliere la strada per continuare il sentiero e risalire lentamente verso fuori. Di qua o di là? Il tema proposto da Panzarini riguarda il cammino dell’uomo e la necessità e impellenza di fare le scelte che ci chiede la vita. Non c’è a priori una strada «giusta» e una «sbagliata». C’è invece il bisogno di un momento di pausa e di riflessione che ci faccia gustare anche la possibilità stessa di scegliere una via.
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